Palazzo dell'Ascension

Anno: 2018

Committente: Agenzia del Demanio

Incarico: Progettazione esecutiva manutenzione delle facciate, verifica di vulnerabilità sismica, progettazione esecutiva miglioramento sismico

Lavoro: Manutenzione delle facciate e miglioramento sismico del Palazzo dell’Ascension

Il progetto di conservazione, che interessa le tre facciate rivolte verso la viabilità pubblica fino ai voltatesta posteriori, ha utilizzato come riferimenti indispensabili l’osservazione diretta della materia di cui si compone l’edilizia storica, e la comprensione dell’intenzionalità delle scelte costruttive e di finitura, riferimenti tanto più necessari nel caso degli intonaci storici che, se non compresi, sono destinati ad essere sempre e comunque sacrificati.
In generale il progetto prevede la conservazione e il restauro di tutti gli intonaci, originari o meno, le cui caratteristiche tecniche e la cui pertinenza siano tali da tutelare i valori storici dell’edificio. La sostituzione dell’intonaco ove necessaria, quindi nella parte a finto bugnato, verrà eseguita riprendendo la composizione e l’aspetto dell’intonaco esistente.
Sull’intonaco a marmorino con arriccio in calce e sabbia e sottofondo in cocciopesto e sabbia, rigato a fresco, che ricopre la facciata principale e le due laterali, è prevista la rimozione meccanica dei rappezzi ed eventuali residui di intonaco cementizio, la pulitura mediante lavaggi e trattamento con biocida, il consolidamento dei distacchi tra strato e strato o tra strati e muratura mediante iniezioni di un composto di calce aerea, polvere di marmo e cotto ventilate e resina acrilica in dispersione acquosa.
Nelle parti mancanti o lesionate si prevede il rifacimento del sottofondo con malta di coccio pesto e calce aerea, cui seguirà il rifacimento dello strato di finitura con impasto di polveri e frammenti di pietra d’Istria e calce aerea ed infine la stuccatura con lo stesso impasto delle lesioni, discontinuità e piccole lacune, l’intonazione delle integrazioni, il rifacimento delle superfici mancanti con velature a fresco e a secco.
Nelle aree di piano terra, dove l’intonaco a finto bugnato che sostituisce quello originario si presenta danneggiato e con molte parti mancanti, è prevista la rimozione dei lacerti e la successiva formazione di un sottofondo con impasto di calce aerea, polveri e frammenti di tegole vecchie, cui seguirà la stesura di un nuovo intonaco a marmorino ad unico strato con impasto di calce aerea, polveri e frammenti di pietra d’Istria ed eventuali terre naturali. La finitura, che potrà richiedere velature a fresco e a secco d’intonazione, verrà realizzata o con oliature, eseguite con una mistura di olio di lino cotto, essenza di trementina, trementina di Venezia e glicerina, o con saponata e cera d’api, compresa la strofinatura finale con panni di lana.
Su tutte le parti a piano terra della facciata principale e delle due laterali verrà ripresa la stilatura dei giunti a finto bugnato.
Sugli elementi lapidei è prevista, ove necessaria, l’integrazione mediante tassellatura, con la formazione della sede di incastro, l’applicazione dei perni di fissaggio in acciaio inox, la saldatura con malte adesive e la stuccatura delle connessioni. Qualora vi siano parti sconnesse andranno incollate mediante riadesione con iniezione in profondità di resine epossidiche ed eventuale inserimento di perni di ancoraggio in acciaio inox.
Particolare attenzione è richiesta dalle mensole della cornice di gronda, la cui integrità andrà verificata a percussione prima di dar corso agli interventi manutentivi sopradescritti.
Si procederà poi, per tutti gli elementi lapidei, ad una diffusa pulitura a secco mediante uso di pennelli e spazzole morbide di setole o nylon e ad un lavaggio con acqua ed eventuali detergenti neutri, con la rimozione dei depositi attraverso un delicato lavaggio manuale delle superfici con spugne imbevute e spazzolini morbidi.
Limitatamente alle zone interessate da croste nere saranno applicati impacchi a base di acqua deionizzata e idonei reagenti basici, mentre in presenza di patine biologiche si procederà alla disinfestazione mediante applicazione di idonei biocidi, con l’asportazione meccanica di eventuali colonie biologiche aderenti al substrato, l’accurato lavaggio con spugne imbevute d’acqua fino alla completa rimozione di ogni traccia del biocida e dei rimanenti infestanti biologici.
Completerà le operazioni un trattamento protettivo finale mediante applicazione a pennello di resine acrilico-siliconiche in diluizione.
Sulle parti murarie interessate da fessurazioni sono previsti limitati interventi di ricucitura muraria, curando in particolar modo l’ammorsatura dei mattoni nuovi con quelli esistenti ed utilizzando malta con caratteristiche fisico-chimiche compatibili con quella esistente.
I tiranti metallici esistenti, sia del tipo con capochiave a piastra, sia quelli con capochiave a “fiuba” e “zocchetta” di pietra, saranno sottoposti a verifica ed eventuale riparazione in sito, con revisione accurata degli elementi di fissaggio terminale e delle saldature, l’eventuale sostituzione di piccole parti corrose o ammalorate, l’applicazione di tondini, piatti e squadrette e quant’altro necessario per riportare in efficienza il terminale esterno del tirante.
In generale i perni e i sostegni metallici, ossidati e privi di funzione, saranno accuratamente rimossi, come pure verrà verificata la funzionalità dei pluviali e prevista la loro eventuale sostituzione. I cavi fissati in facciata andranno riordinati e raggruppati.

Miglioramento sismico
Alla luce dello studio del comportamento sismico della struttura dell’edificio è possibile dare corso ad un intervento di miglioramento sismico sostenibile sia dal punto di vista tecnico che economico, oltre che rispettoso delle caratteristiche di pregio dell’edificio, tutelato dalla Soprintendenza. L’intervento è finalizzato ad eliminare le vulnerabilità sismiche locali che riducono drasticamente le condizioni di sicurezza dell’edificio risultanti dall’analisi globale senza comportare alcuna modifica di consistenza alle strutture attuali.
Sotto il profilo operativo, considerate le caratteristiche peculiari delle facciate ottocentesche dell’edificio, che si presentano ricche di elementi decorativi, lesene e cornici in pietra, è apparso necessario individuare una tecnica d’intervento che non preveda il ricorso diffuso a terminali metallici di ritegno dei maschi murari applicati al lato esterno delle facciate.
È stato quindi studiato un elemento di collegamento dei maschi murari alle pareti di facciata in grado di assorbire gli sforzi di trattenuta calcolati nella verifica dei meccanismi cinematici attraverso inghisaggi di barre in acciaio inossidabile realizzate dall’interno ed ancorati all’intradosso o all’estradosso delle travi di solaio.
Per quanto riguarda le lesene della sala a doppia altezza del primo piano, il progetto prevede che possano essere rinforzate attraverso il placcaggio interno con elementi metallici continui, dotati di sufficiente rigidezza flessionale ma di dimensioni contenute e celabili all’interno delle contropareti già previste nel progetto di ristrutturazione interna.