Copertura Pattinaggio al Parco Albanese, Mestre

Anno: 2018

Committente: Insula S.p.a.

Incarico: Progetto di fattibilità tecnica ed economica, definitivo ed esecutivo

Lavoro: Realizzazione di una nuova copertura della pista da pattinaggio al parco Albanese a Mestre

L’estensione notevole dell’area da coprire, pari indicativamente a 60×40 m, richiede strutture di fondazione ed elevazione di dimensioni cospicue, con un impegno di spesa considerevole: alla luce di questa considerazione, la scelta è stata quella di progettare una copertura che, oltre ad essere funzionale all’uso primario, in futuro e con le dotazioni necessarie possa ospitare anche manifestazioni di altro genere.
Il progetto, inoltre, considera la possibilità di un futuro intervento di completamento dell’involucro esterno dell’impianto, che potrebbe essere agevolmente realizzato grazie alla rigidezza strutturale degli archi che li rende compatibili, con gli opportuni accorgimenti, con la presenza di pareti verticali di tamponamento.
La struttura è progettata, quindi, secondo un passo modulare, che sfrutta al massimo le caratteristiche dei materiali da costruzione di cui si compone, consente un uso dell’area e dei servizi simile a quello attuale,
La scelta fondamentale, come illustrato nell’analisi delle possibili soluzioni alternative, è stata quella di coprire il campo con strutture ad arco ordite in senso longitudinale, essendo questo il modo migliore per massimizzare l’utilizzo del materiale principale, l’acciaio, creando nel contempo una struttura che rispetti la presenza delle radici degli alberi e dei sottoservizi interrati sul lato ovest.
La struttura primaria della copertura è costituita da una serie di archi a tre cerniere in acciaio con sezione a doppio T, di luce netta pari a circa 55 m, posti parallelamente ai lati lunghi della pista, con un raggio di curvatura calcolato in modo da rispondere ai limiti geometrici dell’area e da rispettare le altezze di progetto, la cui spinta verso gli appoggi è contrastata da spalle in calcestruzzo armato, sagomate in modo coerente con l’andamento delle tensioni interne e poggianti su pali di fondazione disposti in modo da massimizzarne l’efficacia per l’assorbimento delle spinte. In altezza gli archi sono impostati ad una quota di circa 4 m e raggiungono i 9.80 m in chiave. L’altezza della copertura sulla proiezione della pista è sempre superiore ai 4,00 m richiesti dalla Federazione sportiva degli sport a rotelle.
Il progetto ha assunto come valore il materiale da costruzione in sé, privo di rivestimenti, in particolare per i plinti di fondazione, che nella loro parte in elevato devono essere percepiti come degli elementi di forza caratterizzati da una certa possenza, anche visiva, cui fa contrasto la leggerezza delle strutture in elevazione, la cui sezione a doppio T è estremamente esile in rapporto alla luce notevole che devono superare, grazie all’impalcato leggero scelto e ad una accorta struttura di controventamento.
La copertura è retta da cinque di questi archi, posti ad un interasse di 8.40 m e collegati fra di loro da strutture secondarie di controventamento costituite da travi IPE, alleggerite mediante un sistema di fori ottenuti per taglio al laser dell’anima della trave, e da tiranti di piano disposti a croce di S. Andrea.
Al di sopra degli archi sono fissati trasversalmente dei profili in lamiera di acciaio pressopiegata sagomati ad omega, che fuoriescono a sbalzo dagli archi esterni di circa 2,70 m, per una lunghezza totale di circa 39 m. Essi definiscono la direttrice della volta a botte di copertura e ne sostengono l’impalcato che si estende longitudinalmente per una lunghezza in proiezione orizzontale di circa 54 m, pari alla distanza fra le cerniere di base. L’impalcato è costituito da pannelli sandwich, di tipo industriale e dimensioni commerciali, in lamiera di acciaio grecata nella parte inferiore e liscia in quella superiore, dove è accoppiata con una membrana in pvc.