L’incarico ha previsto la progettazione esecutiva delle opere di presidio statico delle Colonne Acritane in Piazza San Marco a Venezia, per consentire il proseguimento dei lavori di realizzazione delle barriere in vetro di difesa della Basilica di San Marco dalle acque alte, che prevedono, nella zona delle colonne, uno scavo per consentire il getto della fondazione in c.a. delle barriere.
La puntellazione è stata concepita per fornire alle Colonne un vincolo in sommità qualora si innescasse un fenomeno di ribaltamento in corso di esecuzione dello scavo. Il problema del ribaltamento dei pilastri, infatti, era certamente quello che, fra i cinematismi possibili, aveva la maggior probabilità di verificarsi, poiché lo scavo in prossimità del corpo fondale (che è avvenuto dal lato opposto alla Basilica) poteva ridurre la resistenza dell’incastro alla base che rappresentava la condizione di vincolo che garantiva la stabilità delle colonne. Altre tipologie di dissesto, come lo scorrimento o la perdita di capacità portante della fondazione, non hanno trovato riscontro plausibile nelle modalità dell’intervento, visto che non si sono previste azioni aggiuntive di spinta al piede e visto che non si è scavato al di sotto del piano di imposta delle fondazioni.
L’opera è stata realizzata in tubi e giunti tipo Innocenti; si è composta essenzialmente di un telaio tralicciato reticolare con quattro travi e quattro piedritti, i cui carichi portati a terra erano ripartiti su una superficie tale da consentire il rispetto della pressione massima di 3,5 kN/m2 per le pavimentazioni in zona marciana (art. 42 del “Regolamento di Polizia e Sicurezza Urbana”).