Gru Armstrong, Arsenale di Venezia

Anno: 2022

Committente: Fondazione La Biennale di Venezia

Incarico: PFTE e progettazione definitiva

Lavoro: Messa in sicurezza e restauro della struttura della gru Armstrong all’arsenale di Venezia e consolidamento del basamento murario

La Gru idraulica Armstrong-Mitchell sorge sulla banchina orientale della Darsena Nuovissima dell’Arsenale di Venezia.

Essa rappresenta certamente un elemento architettonico di immediato risalto presente nella grande darsena dei bacini dell’Arsenale e possiede una serie di peculiarità che la rendono una struttura iconica all’interno di un luogo denso di storia e altrettanto evocativo, ovvero:

  • è ancora nella sua collocazione originaria;
  • il degrado è solo superficiale e nessuna integrazione o manomissione ha alterato il suo aspetto originario;
  • rappresenta il carattere storico della città, ovvero quello della cantieristica navale da La Serenissima alla Prima Guerra Mondiale;
  • è espressione del progresso tecnologico mondiale;
  • è parte di altri beni di carattere industriale presenti all’Arsenale lungo la medesima banchina: una gru tipo Fairbairn (1874) altresì detta a collo d’oca e una gru a mano tipo Larini Nathan (1880). Oltre ad altre macchine e attrezzature, ad esempio carri ponte, che si trovano all’interno degli edifici;
  • è l’unica rimasta di nove esemplari costruiti nel mondo tra il 1876 e il 1905 (La Spezia 1876, Bombay 1877, Liverpool 1881, Malta 1883, Taranto e Venezia 1885, Pozzuoli 1887 e Giappone 1892 e 1905, di cui cinque con portata 160 tonnellate e tutte con tecnologia a cilindro idraulico).

Il manufatto è suddivisibile in cinque parti ben distinte:

  1. fondazione in conglomerato cementizio su pali di legno;
  2. basamento in mattoni e pietra d’Istria;
  3. ralla girevole in ferro e ghisa;
  4. struttura reticolare in ferro pudellato;
  5. sistema di sollevamento, comprendente il cilindro idraulico e i vari macchinari.

Il progetto di conservazione della gru si è posto l’obiettivo di garantire l’integrità, l’autenticità e la storicità delle sue componenti, per una significativa trasmissibilità futura nel suo valore di bene culturale .

Le attuali criticità del manufatto sono collegate alla necessità di garantire il mantenimento in efficienza di materiali, componenti e meccanismi che la caratterizzano nel suo assetto originario.

Proprio per questo il progetto si concentra sulla soluzione dei problemi di degrado che affliggono le parti metalliche in un’ottica di rallentamento dei fenomeni, consci che ogni tentativo di fermare completamente il degrado, ricorrendo ad estese sostituzioni o a prodotti protettivi invasivi equivarrebbe ad uno stravolgimento dell’immagine simbolica ormai consolidata della gru.

La comprensione del funzionamento della gru, non potendo essere affidata al movimento fisico, avverrà restaurando tutti gli elementi che le fornivano la forza, ancor oggi conservati nel basamento, quali la caldaia, il motore elettrico e il sistema di pompaggio dell’acqua a pressione per il sollevamento, che godendo di facile accessibilità potranno essere affiancati a filmati multimediali e ricostruzioni in scala, creando nel basamento stesso un piccolo museo dell’opera.

Queste operazioni complementari saranno precedute da tutti gli interventi tecnici per la messa in sicurezza della gru, in particolare per quanto riguarda il cassone, e quelli relativi alla conservazione architettonica del basamento e delle sue strutture di fondazione.