L’opera di presidio che sostiene la facciata sul canale è stata realizzata, nel 1993, a fronte della situazione di grave dissesto fessurativo che già allora affliggeva i capitelli delle colonne ed i conci inferiori degli archi.

I rilievi critici effettuati con l’obiettivo di analizzare il quadro di dissesto testimoniano la presenza di un quadro di dissesto accentuato favorito dall’assenza di pareti di controventamento interne ma attribuibile, tuttavia, agli assestamenti fondazionali differenziati fra la facciata principale e quella posteriore più che alla snellezza della muratura.

I rilievi dell’assetto geometrico della facciata e dei dislivelli fra gli appoggi dei solai dimostrano, in effetti, come la fuori verticalità della facciata verso l’interno sia particolarmente accentuata nella porzione di destra (per l’osservatore posto nella fondamenta dirimpetto) come naturale conseguenza del marcato assestamento relativo della fondazione della muratura parallela e retrostante rispetto a quella di facciata, che raggiunge valori superiori a 20 cm in questa porzione della fabbrica.

Secondo i calcoli strutturali le colonne non risultano essere sottodimensionate ma alcune ispezioni visive effettuate con l’uso di endoscopio all’interno delle lesioni più ampie delle stesse hanno evidenziato la presenza di elementi metallici all’interno degli elementi lapidei. È quindi l’ossidazione degli elementi metallici, che comporta aumenti di volume del metallo e genera tensioni elevatissime negli elementi lapidei che lo contengono, la causa principale delle rotture dei blocchi di pietra.

Dal punto di vista statico è stato necessario pertanto ripristinare la stabilità della facciata, rimuovere i monconi metallici dai capitelli e ripristinare gli stessi e i conci di imposta degli archi fessurati.